Se sei alla ricerca di un editor, ti basta cercare in rete o sui social per ritrovarti davanti a numerosi profili. Ma, come fare per scegliere quello giusto?
Innanzitutto dovresti avere ben chiaro chi è l’editor e che cosa fa, quali sono le competenze che differenziano un editor professionista da un aspirante tale e come valutarne esperienze e operato.
L’editor, o redattore editoriale, è colui o colei che si occupa principalmente dell’editing, ma non solo. Può lavorare all’interno di una casa editrice o come freelance collaborando con editori, scrittori indipendenti e aziende.
I suoi compiti possono essere vari a seconda del contesto in cui opera o del progetto che gli è stato affidato. Si occupa, pertanto, della lettura e della valutazione dei dattiloscritti inediti; revisiona i contenuti; talvolta può occuparsi anche della correzione di bozze; affianca altri professionisti della filiera nella progettazione grafica e nella campagna promozionale.
È la figura che lavora più a stretto contatto con l’autore, con il quale instaura un rapporto di fiducia, gli segnala punti deboli dell’opera, concorda con lui gli interventi sul testo, lo consiglia su come muoversi nel mondo editoriale.
Per svolgere al meglio tutti questi compiti, l’editor dovrebbe avere competenze caratterizzanti e trasversali, quali:
Queste ultime abilità, sebbene non vengano insegnate all’università o nei master in editoria, possono essere acquisite sul campo, allenandosi, e sono di fondamentale importanza per relazionarsi con gli autori.
Ogni tipo di testo necessita di revisione prima di essere pubblicato, che sia pensato per il web o la carta stampata è lo stesso. Lo ripeterò fino alla nausea.
Nella maggior parte dei casi chi si cimenta con la scrittura narrativa sente il bisogno di confrontarsi con un professionista che possa valutare il suo testo dall’esterno e migliorarlo.
In realtà non solo gli scrittori di narrativa pura hanno bisogno di un editor, ma anche gli autori di saggi, manuali e articoli, video o podcast.
Oltre a scrittori e case editrici, tra i clienti di un editor rientrano anche le aziende che necessitano di migliorare la loro comunicazione, rendendo i loro testi (pagine web, post social ecc.) più accurati.
Prima di mettersi alla ricerca di un editor, è necessario prendersi del tempo per un’autovalutazione, cioè porsi delle domande in merito a quanto scritto.
Riesci a riassumere in modo esaustivo e dettagliato la tua storia? Chi è il tuo lettore? Qual è l’obiettivo? Il testo ha bisogno solo di una revisione formale o ha dei problemi strutturali?
Conoscere il proprio testo e, soprattutto, essere consapevoli della propria esperienza di scrittura è fondamentale perché ti permette di capire quale servizio richiedere, ad esempio, oltre a consentirti di aver un confronto più proficuo con l’editor che ti seguirà.
Per me è scontato, ma può non esserlo per tutti. I tuoi familiari e parenti (cugini, compresi), i tuoi colleghi di lavoro e i tuoi amici, la prof. di italiano in pensione che abita alla porta accanto non possono farti da editor. Chiunque ti voglia bene non può ricoprire questo ruolo.
Oltre alle competenze specifiche proprie di un editor professionista, viene a mancare in questi casi il distacco emotivo necessario per valutare il testo.
Diresti mai a tuo padre, tuo marito, tua moglie, tua figlia o al tuo migliore amico che il suo romanzo è illeggibile? Scegliere un professionista ti dà l’opportunità di fare un lavoro serio sul tuo testo e preservare le relazioni affettive.
Un’ultima precisazione: un editor può ricoprire il ruolo di insegnante se ha i titoli per farlo (io, ad esempio, sono un editor ma non ho l’abilitazione all’insegnamento. Qualora volessi insegnare, dovrei rimettermi a studiare per prepararmi alla professione di insegnante); una professoressa di italiano può fare anche l’editor se ha competenze editoriali. Questo perché non basta conoscere la lingua italiana per fare l’editor.
È naturale chiedersi quanto costi affidarsi a un editor professionista, ma è importante ricordare che il prezzo, sebbene rilevante, non dovrebbe mai essere l’unico criterio di scelta.
Prima di concentrarsi sul costo, è fondamentale valutare l’esperienza dell’editor, il suo metodo di lavoro, la sua compatibilità con il tuo stile e le sue capacità di comunicazione — tutti aspetti cruciali per costruire una collaborazione efficace e proficua.
Un editor può infatti proporre tariffe diverse in base al tipo di intervento richiesto, alla lunghezza del testo e al grado di revisione necessario.
Per saperne di più su costi, puoi leggere questo approfondimento→ Quanto costa fare editing: facciamo chiarezza.
Ora vediamo di seguito quali sono gli elementi da valutare nella scelta dell’editor.
Fare editing di un libro inedito è un passaggio importante per l’autore, un lavoro formativo e, perché no, emozionante. Essere affiancato dall’editor giusto può fare la differenza nella riuscita del progetto editoriale.
Ecco cinque elementi utili che puoi valutare per scegliere l’editor più adatto a te:
Un editor serio sa dire di no. Non tutti i testi, infatti, sono maturi abbastanza da affrontare un editing. La prima cosa che un buon editor fa è valutare se il testo inedito ha margini di miglioramento e pertanto se ha senso intervenire oppure è necessario intraprendere altre strade (riscrittura, progettazione). Per farlo, deve leggerlo, non ci sono altri modi. Diffidate di chi invia preventivi senza leggere prima il testo.
Un professionista comunica in modo chiaro con i suoi clienti. È esaustivo, fornisce informazioni complete, fuga ogni tipo di dubbio.
Pertanto, spiega nel dettaglio all’autore quali saranno le varie fasi della lavorazione, in che cosa consisteranno e, soprattutto, qual è l’obiettivo. Comunica in modo trasparente tempistiche e compensi.
Valuta la formazione e le esperienze professionali dell’editor con cui ti stai interfacciando. Impara a distinguere i corsi accademici da quelli professionalizzanti, e valuta la serietà di questi ultimi. Un professionista che si è formato seriamente non ha nessun interesse a fare del mistero sul proprio percorso. Anzi, ne va fiero. Se ricevi risposte vaghe, puoi richiedere il curriculum (ne hai tutto il diritto).
Non è obbligatorio per un editor avere un sito web o delle pagine social, ma è sicuramente vantaggioso sia per l’editor che per gli autori.
L’editor può comunicare il suo approccio, i suoi servizi e valori che contraddistinguono il suo lavoro, oltre a rendere note la sua formazione e le sue esperienze professionali.
L’autore, dal canto suo, può accedere alle informazioni principali su conto dell’editor e può valutarne la comunicazione. Ad esempio, se il sito web di un editor è pieno zeppo di refusi non costituisce proprio un buon biglietto da visita. Se l’editor ha un blog, ma non apporta nessuno valore con i suoi contenuti, forse qualche dubbio è lecito.
Altro elemento da valutare sono le recensioni: un modo utile per avere informazioni sul professionista senza fare domande dirette, ma facendosi un’idea attraverso le esperienze degli altri autori.
Ci sono poi le vecchie e care referenze. In mancanza di recensioni, si può sempre chiedere all’editor di parlare con altri autori con cui ha lavorato.
L’approccio operativo può essere diverso da editor a editor, perché è frutto dell’esperienza sul campo. Ognuno ha il suo ed è in continua evoluzione.
A mio avviso, però, affinché l’approccio sia etico e rispettoso dell’autore (e dell’editor stesso) deve comporsi di due elementi indispensabili: il dubbio e il confronto.
L’editor dovrebbe avere tanti dubbi, e non dare mai nulla per scontato. Dovrebbe porre domande all’autore per capirne davvero il punto di vista.
Perché hai scelto questo titolo? Qual è il tema del romanzo? Perché hai scelto questo nome per il protagonista? Ha un significato particolare? Perché hai scelto di omettere il nome del luogo in cui i personaggi si trovano? Cosa ti ha spinto a scrivere? Qual è il tuo obiettivo?
Queste sono alcune delle domande che mi sono ritrovata a fare agli autori che ho seguito nel tempo.
Mettere mano a un testo senza conoscere il punto di vista di chi l’ha scritto, potrebbe esporre l’editor a fraintendere le intenzioni narrative dell’autore e a stravolgerne il lavoro.
Parte integrante del processo di editing di un testo è il confronto editor-autore.
L’editor non lavora da solo sul testo, consegnando un prodotto finito all’autore, ma propone modifiche, suggerisce miglioramenti che devono essere compresi e approvati dall’autore.
Quest’ultimo può concordare con il suo editor la forma più gradita di comunicazione: e-mail, telefonata o videochiamata.
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Foto: Ron Lach