Quanto costa editare un libro? Facciamo chiarezza

Anna VendittoGennaio 17, 2024 |
Tempo di lettura: 8 minuti
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Hai terminato la stesura del tuo libro e vorresti sottoporlo a un editing professionale. Ma, quanto costa editare un libro? Quanto costa un editor? Se sei alla tua prima esperienza, queste domande sono più che lecite.

Sui social così come in rete sono sempre più frequenti gli annunci promozionali di servizi di editing venduti a tariffe irrisorie o addirittura in parte elargiti gratuitamente. Ora, capisco che non è facile districarsi tra i vari servizi editoriali e le rispettive tariffe, ma ricevere un servizio di editing libro gratuito (o quasi) dovrebbe costituire un campanello d’allarme.

Lasciando da parte per un attimo il punto di vista di un professionista qualificato (la cui indignazione sarebbe più che giustificata), voglio mettermi nei panni di uno scrittore che è alla ricerca di un editor per il suo libro. I social e la rete sono le prime fonti che vengono consultate, e molto spesso significa imbattersi in un ginepraio di informazioni confusionarie e, talvolta, in persone poco serie.

Per rendere meglio ciò di cui sto parlando, riporto qui sotto degli screenshot di due post Facebook pubblicati in un gruppo dedicato ai servizi editoriali.

I nomi delle persone sono stati rimossi, perché il fine è fare luce sulla questione non mettere alla gogna gli autori dei post. Offrire un servizio scadente danneggia soprattutto l’utente finale che non conoscendo le specifiche di un lavoro tecnico pone l’attenzione sul risparmio economico.

Pertanto voglio fare chiarezza sul costo dell’editing di un libro, prendendo in esame non solo le tariffe ma soprattutto gli elementi che concorrono a definirle.

Editing: che cos’è e quante tipologie esistono

Partiamo dalla base. L’editing è un processo fondamentale che mira al miglioramento del testo dal punto di vista strutturale, ortografico, sintattico e stilistico rendendolo pronto per la pubblicazione e dunque per il mercato editoriale.

Se vuoi approfondire il significato di editing e le differenze che intercorrono tra quest’ultimo e la correzione di bozze, ti invito a leggere l’articolo Editing e correzione di bozze: quali sono le differenze.

Nell’ambito della definizione di editing, ricorrono diverse classificazioni.

La prima pone il focus sulla profondità dell’intervento:

  • editing leggero, che si applica a testi che non presentano particolari drammaticità;
  • editing approfondito, che si applica a testi che necessitano di una revisione contenutistica e strutturale.

Una seconda classificazione, invece, fa riferimento all’elemento – struttura, contenuto, stile – oggetto di analisi e intervento:

  • editing strutturale;
  • editing contenutistico;
  • editing stilistico.

È importante tenere presente che le classificazioni sono utili per far ordine e per facilitare la comprensione, ma non devono costituire delle gabbie.

Un testo può necessitare esclusivamente di un editing stilistico, oppure di uno più approfondito, strutturale, contenutistico e stilistico. Ancora, all’interno dello stesso testo ci possono essere capitoli e/o parti fluide e scorrevoli, e altre poco coerenti.

Come si fa a capire quale editing applicare a un testo?

Semplice, con una lettura – e contestuale analisi – attenta e scrupolosa.

La cartella editoriale come unità di misura

Quando si richiede un preventivo per l’editing di un libro, la tariffa che viene fornita fa riferimento alla cartella editoriale – ad esempio, 3/4/5 euro a cartella – , unità di misura più diffusa (almeno in Italia).

Ma, che cos’è una cartella editoriale?

Una cartella editoriale corrisponde a 1800 caratteri spazi inclusi. Può equivalere a una o più pagine Word a seconda del font e della dimensione usati.

Per sapere quanto è lunga la tua opera, basta aprire il testo con Microsoft Word o Open Office, selezionare la voce “Revisioni” (su Open Office “Strumenti”) della barra degli strumenti, troverai in ogni caso l’opzione “Conteggio parole”. Cliccando ti apparirà una finestra con una serie di voci tra cui “caratteri spazi inclusi”. A questo punto, non resta che dividere la cifra segnalata per 1800 e ottenere il numero di cartelle editoriali.

Facciamo un esempio. Supponiamo che il tuo libro si componga di 216.000 caratteri spazi inclusi. L’operazione che andremo a fare è la seguente:

216.000:1800= 120

Il libro si compone di 120 cartelle, numero che sarà moltiplicato per la tariffa a cartella proposta dall’editor.

Le tariffe per l’editing

Prima di parlare di numeri, è doverosa una premessa: il mercato editoriale per quel che riguarda compensi e tariffe è uno dei più bistrattati. Non esiste un albo per i professionisti editoriali, non esistono compensi minimi stabiliti per legge per ogni specifico servizio.

Per questo il ventaglio delle tariffe è molto ampio: considerando tutto ciò che c’è sul mercato, va da 1 a 20 euro a cartella. Gli estremi sono da considerarsi in ogni caso irragionevoli.

Un euro a cartella, a mio avviso, non costituisce un compenso equo neanche per una correzione di bozze. Può essere spia di lavoratori autonomi non in regola, alle prime armi se non improvvisati. Stessa cosa, venti euro è una tariffa spropositata per un servizio di editing.


Un range di prezzo onesto per l’editing si attesta tra i 4 e i 10 euro a cartella. Ovviamente si tratta di costi indicativi.

Il costo dell’editing a cartella dovrebbe essere frutto di un ragionamento. Gli elementi che contribuiscono (o dovrebbero contribuire) a definirlo sono in linea di massima tre:

1. Il lavoro pratico sul testo, in primis, che comprende la lettura e l’analisi di tutti gli elementi che lo compongono (struttura, contenuto, stile), la ricerca delle informazioni e il confronto con gli autori e le correzioni.

2. La formazione e l’esperienza dell’editor. Un/a editor serio/a considera la formazione e l’aggiornamento continuo parti integranti del suo lavoro. Inoltre, mette a disposizione degli scrittori l’esperienza maturata nel tempo, grazie alla quale ha sviluppato un proprio metodo di lavoro.

3. I costi di attività. Un editor professionista sostiene dei costi relativi alla sua attività: computer, stampanti, software utilizzati, energia elettrica, Iva e contributi Inps, parcella del commercialista.

Ora, da editor, mi sorge spontanea una domanda: “Come si può vivere del proprio lavoro chiedendo un euro a cartella?”.

In media la maggior parte dei romanzi va da 150 a 200 cartelle circa, che moltiplicate per uno fanno al massimo 200 euro. L’editing di un romanzo di questa lunghezza – a patto che ci si lavori a tempo pieno tutti i giorni – necessita di almeno un mese e mezzo di lavoro, considerando tre giri di bozza e le pause fisiologiche tra un giro e l’altro (ad esempio, il tempo che serve allo scrittore per leggere i commenti e i suggerimenti forniti dall’editor, confrontarsi con quest’ultimo, valutare le correzioni e integrarle nel testo).

Va da sé che non è economicamente sostenibile, a meno che non costituisca un “hobby”.


Preventivo editing: come dovrebbe essere stilato

Alla luce di quanto detto, quando l’editor riceve una richiesta di preventivo deve per prima cosa valutare il testo e nello specifico:

  • la lunghezza (in cartelle editoriali)
  • il genere letterario (editare un romanzo fantasy o un saggio tecnico richiede un lavoro diverso)
  • lo stato iniziale del testo (punti deboli, punti di forza, struttura, stile ecc.)

Può farlo leggendo il testo nella sua interezza o in parte. Dopo aver valutato lo stato del testo e la profondità dell’intervento che necessita, può stabilire la tariffa a cartella. Stilare un preventivo è un’operazione che richiede tempo e impegno. Diffida da chi invia preventivi senza leggere il testo.

Personalmente, quando mi arriva una richiesta di preventivo sono solita avere una prima chiacchierata conoscitiva con l’autore al quale chiedo l’invio di una piccola nota biografica, una sinossi dettagliata e il testo completo.

Non perché mi piaccia far lavorare oltremodo gli autori, ma la sinossi e la nota biografica sono utili per:

  • conoscere meglio l’autore
  • capire il grado di consapevolezza e conoscenza che ha della storia che ha scritto, oltre che delle sue “intenzioni narrative”.

Il fattore tempo incide sul costo dell’editing?

In tutta questa disamina, dove si colloca il fattore tempo?

Un lavoro di editing ben fatto richiede, come ogni cosa, tempo. Le ore impiegate per editare un testo concorrono al carico di lavoro. Devono essere senz’altro considerate, ma non in un’ottica di tariffa oraria.

Il tempo che un editor impiega per leggere e correggere è un valore soggettivo: dipende sia dall’esperienza che dalla tipologia di testo.

Facciamo un esempio.

Un editor, alla sua prima esperienza, impiega moltissime ore per capire come intervenire sul testo. È fisiologico (tutti siamo stati inesperti, nessuno nasce con un bagaglio di competenze), non c’è nulla di male, ma questo non può tradursi per l’autore in un compenso più alto.

Sta all’editor trovare un equilibrio tra il tempo impiegato per portare a termine il lavoro e il compenso richiesto.

Conclusioni

La scelta dell’editor è una questione delicata: potrebbe condizionare in positivo o in negativo la riuscita del testo. Si tratta di un investimento da valutare con consapevolezza e il prezzo non è l’unico elemento da vagliare.

I risultati che si possono ottenere con un buon editing vanno oltre il mero miglioramento del testo, in quanto costituisce un percorso di crescita che l’autore fa al fianco del suo editor.

Prima di prendere una decisione in merito chiediti qual è il tuo obiettivo e che cosa desideri per il tuo libro.

Il prezzo non dovrebbe essere una discriminante. Se non hai un budget sufficiente per rivolgerti a un editor qualificato, prenditi del tempo.

Ciò non significa abbandonare il proprio progetto editoriale, ma attendere che ci siano le condizioni per dare al testo la cura che merita.

Nel frattempo, potresti revisionare il testo in autonomia. Una revisione dell’autore non sostituisce un editing professionale, ma è un primo step di miglioramento.

Foto: Monstera Production

Commenti:

  1. Non è necessario secondo me avere un editor di fiducia, lomfanno già gli editori. Ad esempio io ho pubblicato ben 11 librio e non ho mai avuto un editor esterno alla casa editrice. Quando ho fatto il contratto con i vari editori dei miei libri c’era già indicato il lavoro di editor fatto da qualcuno della casa editrice stessa. Che magari poi l’editore ne contattava alcuni suoi collaboratori a partita iva. Ma questo a me non riguarda. E debbo dire che fino ad oggi NON ho mai pagato nessun editore per pubblicare i miei libri.Davide Pelanda

  2. Ciao Davide, ti ringrazio per aver condiviso la tua opinione ed esperienza.
    La questione è un po’ più complessa, ne ho parlato anche in un precedente articolo. Provo a risponderti sinteticamente qui. Nell’editoria tradizionale (lascio da parte il discorso self-publishing), la responsabilità dell’editing ricade sulla casa editrice. Spesso mi viene chiesto: “Ma è utile affidare il proprio libro alle cure di un editor prima che venga sottoposto agli editori?”.
    Le case editrici serie non pubblicano libri senza che questi ultimi siano stati revisionati. Su questo sono d’accordo con te. Pertanto, gli autori possono sottoporre il dattiloscritto inedito alle agenzie editoriali e alle case editrici così com’è. Se il libro merita e rappresenta un’occasione da non perdere per l’editore, non sarà di certo qualche errore qua e là a distoglierlo.
    Ci sono però altri casi. Ad esempio, se il libro presenta più di qualche errore – una struttura debole, personaggi poco credibili, un lessico poco accurato – fare editing è essenziale per migliorare il testo e costituisce un’occasione di crescita per l’autore stesso.
    Ancora, ci sono editori che hanno calendari editoriali fitti e tempi strettissimi, ciò li spinge (loro malgrado) a dare priorità a testi più pronti che necessitano di meno fatica e lavoro.
    Spesso ci dimentichiamo che le case editrici sono delle aziende e come tutte le aziende devono far quadrare i conti.
    Spero di essere stata esaustiva. A presto 🙂

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Autore

Sono un editor, correttore di bozze e content writer freelance. Leggo, scrivo, revisiono, scelgo le parole con cura.
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