La prima regola che un aspirante scrittore dovrebbe far propria è che per imparare a scrivere è indispensabile leggere, leggere e ancora leggere. Fino allo sfinimento.
Eppure in Italia, ad oggi, vengono pubblicati più libri di quanti ne vengano letti. Questo ci conferma che pubblicare un libro è diventato il sogno di molti. Non tutti, però, ci riescono. Così come pochi scrittori riescono a vendere più di 2mila copie (che è già di per sé un buon risultato). Secondo i dati dell’AIE nel 2023 sono stati pubblicati oltre 85mila libri. Di questi, i titoli che hanno venduto più di 2mila copie sono poco più di 3000.
La seconda regola è conoscere il contesto editoriale e le sue dinamiche per non soccombere (ho fatto mia la massima “chi non conosce il mondo, lo subisce” dai tempi delle elementari, e a mio avviso è applicabile a ogni ambito).
Una delle domande più frequenti che mi viene posta è “Come contattare un editore per pubblicare un libro?”.
Dell’esperienza in casa editrice non ho mai dimenticato (e sono sicura neppure le mie colleghe di redazione) le e-mail di proposte editoriali che riempivano la casella della posta in arrivo. Alcune davvero esilaranti. Ora, a meno che non si tratti di un testo comico, l’obiettivo non è far ridere, ma farsi leggere e valutare.
Con questo articolo, voglio fornirti gli strumenti per proporre nel modo giusto il tuo progetto editoriale valorizzandolo agli occhi di chi dovrà valutarlo.
Hai finito di scrivere la tua opera e ora ti chiedi come inviarla a un editore. Se sei lì che ansimi per premere il tasto invio, di sicuro hai già revisionato il tuo testo, controllato ortografia, grammatica e sintassi. Tutto funziona: struttura e argomentazione (se si tratta di un saggio); ambientazione, personaggi e sviluppo narrativo (se si tratta di un romanzo). Hai fatto una ricerca accurata degli editori che potrebbero accogliere la tua opera, hai redatto e preparato tutto il materiale da inviare e conosci i tempi di riscontro degli editori a cui invierai il tuo manoscritto.
Se la risposta è “No, non ho fatto nulla di tutto ciò”, fermati!
La fine della redazione costituisce il vero punto di partenza. Se sei disorientato, inizia da qui:
Prima di proseguire, voglio soffermarmi quanto necessario sul punto 2 e in particolare sulla spinosa questione, ovvero: il manoscritto va editato prima di essere inviato?
Sul piano teorico, non vi è alcun obbligo anche perché la casa editrice che decide di pubblicare un testo dovrebbe farsi carico anche di tutte le fasi di cura e preparazione alla pubblicazione, editing compreso.
Sul piano pratico, editare il manoscritto prima dell’invio aumenta senza dubbio (aumenta non garantisce, chi dice il contrario mente) la probabilità di pubblicazione. Un testo più pronto significa per l’editore meno lavoro e una maggiore ottimizzazione di tempo e risorse. D’altronde, non bisogna dimenticare che un editore è un imprenditore – in un mercato sempre più saturo – e in quanto tale deve far quadrare i conti.
Dunque, la conditio sine qua non è presentare un buon testo, un progetto editoriale che nella sua complessità possa convincere l’editore a investirci.
In Italia, la prima agenzia letteraria nasce a Torino nel 1898, ad opera di Augusto Foà, con il nome appunto di Agenzia letteraria internazionale e si espande notevolmente nel corso del secolo scorso, immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale.
L’obiettivo dell’agenzia è quello di trattare la vendita dei diritti degli autori agli editori, nonché di segnalare gli autori a possibili editori interessati alla pubblicazione proposta: l’agente letterario è, dunque, un mediatore tra lo scrittore e l’editore.
A differenza di quanto accaduto oltreoceano, le agenzie letterarie italiane non hanno avuto però lo stesso successo: gli autori italiani che si rivolgono a una agenzia letteraria per la ricerca di un editore non superano il 50% del totale degli scrittori, contro una percentuale che arriva fino al 90% circa nei paesi anglosassoni.
Difatti, in Italia, non è obbligatorio avere un agente per arrivare a un editore serio. Talvolta anche i self-publisher vengono contattati direttamente dagli editori. D’altro canto, però, non tutti gli editori agiscono allo stesso modo. Alcune case editrici accettano manoscritti tutto l’anno; altre per periodi brevi; altre ancora, soprattutto quelle più strutturate, lavorano principalmente con le agenzie letterarie o con consulenti editoriali esterni come scout, editor, traduttori o anche altri scrittori.
Ma, cosa fa nello specifico un agente letterario?
Le attività tipiche dell’agente letterario si possono concentrare in:
Il guadagno dell’agente è generato in base a ciò che percepisce l’autore, pertanto questi tende a far crescere le percentuali versate dagli editori sulle vendite dovute agli autori; cura costantemente l’immagine dell’autore, pattuisce le royalties, e interviene per le presentazioni in pubblico dell’autore stesso.
L’agente, dunque, deve avere una serie di competenze professionali che costituiscono la sua forza e la sua capacità di essere apprezzato come talent scout: deve essere un attento lettore, un profondo conoscitore del mercato editoriale, essere sempre pronto a cogliere le novità in modo da proporre l’autore giusto, al momento giusto e all’editore giusto; ed essere in grado di promuovere al meglio l’autore oggetto della sua intermediazione.
Ingaggiare un agente o rivolgersi a un’agenzia costituisce un investimento, che se fatto con criterio porta con sé alcuni vantaggi: ad esempio, avere una tutela e una consulenza nel momento della firma del contratto, e avere l’opportunità di essere seguito anche nella vendita di diritti correlati alla pubblicazione (trasposizioni cinematografiche e televisive o traduzioni).
Prima di contattare un’agenzia letteraria è consigliabile informarsi accuratamente, visitare il sito Intenet e le pagine social per comprendere l’attività svolta e i generi trattati.
Inviare a tappeto la propria opera a tutti gli editori presenti sul pianeta non aumenterà la probabilità di essere pubblicati. Al contrario, costituisce una fatica vana. Se hai scritto una raccolta di poesie, non ha alcun senso inviarla a un editore di saggistica o di scolastica, o ancora di albi illustrati per bambini.
Il primo passo da compiere nella ricerca degli editori più adatti per il proprio testo è lo studio della linea editoriale e delle collane di ognuno. Sulla base delle informazioni che hai raccolto, fai una scrematura e stila un elenco delle case editrici a cui inviare il tuo manoscritto.
Ti consiglio di creare un file excel o se ti è più comodo una tabella in un file word. Accanto a ogni editore, annota:
In generale, è possibile trovare tutte queste informazioni nella sezione contatti del sito degli editori.
Ti riporto di seguito degli esempi:
Sezione contatti, sito Einaudi.
Sezione contatti, sito Il Castoro.
Quando si invia un manoscritto a un editore, è fondamentale seguire con attenzione le indicazioni fornite dalla casa editrice. Come abbiamo visto, ogni editore ha delle preferenze precise su come ricevere le proposte e rispettare tali richieste è il primo passo per fare una buona impressione.
Una proposta editoriale completa deve essere ben organizzata e professionale. Tra i materiali generalmente richiesti ci sono:
Le case editrici di solito hanno preferenze precise anche per quanto riguarda il formato dei file. Se l’editore chiede un pdf, non inviare un file in formato .odt. In generale, segui sempre le istruzioni per evitare di irritare l’editore o intasare inutilmente la sua casella di posta.
Se non vengono forniti dettagli specifici, allega il manoscritto completo, la sinossi e la biografia. Non aggiungere protezioni al file, poiché rischiano solo di creare complicazioni inutili.
Una volta che hai raccolto tutti i materiali richiesti, organizza tutto in cartelle separate per ogni casa editrice a cui intendi inviare il manoscritto. In questo modo, avrai tutto ben ordinato e pronto per l’invio, evitando di confondere i documenti necessari per ciascun editore.
Ma, soprattutto prenditi il tempo necessario per preparare il materiale richiesto. Con una proposta ben strutturata, avrai maggiori chance di fare una buona impressione e di iniziare una collaborazione con l’editore.
Quando si scrive saggistica, è fondamentale dimostrare competenza sull’argomento trattato e il valore del proprio lavoro.
A differenza della narrativa, per cui è difficile che un editore decida di pubblicare un testo solo in base alla trama (salvo che l’autore non sia già un nome noto con una vasta base di lettori), nella saggistica la situazione è diversa.
Nel caso della saggistica, infatti, è possibile spesso proporre un’idea prima di averla sviluppata completamente. Questo offre il vantaggio di non dover scrivere interi capitoli prima di sapere se l’editore è interessato: se il progetto non dovesse andare a buon fine, si potrà semplicemente accantonare l’idea senza aver profuso tempo e lavoro.
Le proposte per un libro di saggistica generalmente comprendono diversi elementi: la descrizione dell’argomento, il target di lettori a cui si intende rivolgersi, il piano dell’opera (composto dall’indice dei capitoli e dall’impostazione generale), la bibliografia di riferimento (ovvero le fonti da cui si parte) e uno o più capitoli scritti per dare un’idea dello stile, del tono e della qualità dei contenuti.
Quando invii una proposta a una casa editrice, è fondamentale che la tua mail sia chiara, concisa e ben organizzata. Tuttavia, prima di tutto, è essenziale accertarsi che la mail venga inviata al destinatario giusto.
Mi è capitato di ricevere email da persone che pensavano fossi un editore, ma il mio ruolo è quello di editare i testi, non di pubblicarli. Molti autori esordienti inviano i loro lavori a indirizzi generali, come quelli del marketing o dell’ufficio stampa, che non sono destinati a ricevere proposte editoriali. Se non trovi una casella email specifica per inviare gli inediti, il passo migliore è contattare l’editore per chiedere se sono aperti alla ricezione di nuovi manoscritti. Questo non solo è un atto di cortesia, ma denota anche professionalità.
Ecco alcuni suggerimenti essenziali da seguire per scrivere una mail efficace:
Ci sono, poi, degli errori (purtroppo assai frequenti) che andrebbero evitati se non si vuole indisporre gli editori.
Questi accorgimenti ti aiuteranno a fare una buona impressione e a presentare il tuo lavoro nel modo migliore possibile.
Attendere la risposta da parte degli editori è uno degli aspetti più stressanti per uno scrittore.
In molti casi, le case editrici rispondono solo se la valutazione è positiva. Alcuni, anche se pochi, forniscono in ogni caso un riscontro. È importante munirsi di infinita pazienza poiché i tempi di attesa possono variare dai 3 ai 12 mesi.
Se la risposta non arriva, con molta probabilità la proposta editoriale non è stata bene accolta, e sarà necessario tentare nuove strade.
Nel caso in cui la risposta dovesse essere negativa, cerca di analizzare le eventuali motivazioni fornite. Le motivazioni alla base di un rifiuto possono essere diverse, ma una risposta, anche se negativa, può essere un’opportunità per migliorare. Prendi in considerazione i suggerimenti ricevuti, e valuta se è necessario un ulteriore lavoro sul tuo romanzo, magari con un editing più accurato.
Se invece la risposta è positiva, congratulazioni! Hai superato il primo ostacolo. A questo punto, è fondamentale esaminare attentamente il contratto che ti viene proposto, considerando aspetti come l’offerta economica, le royalties, la promozione e i tempi di cessione dei diritti dell’opera. In questi casi, è sempre consigliabile consultare un esperto del settore o un avvocato specializzato in diritto editoriale, per evitare sorprese e fare una scelta consapevole.
Pubblicare un libro è un obiettivo ambizioso che richiede impegno, preparazione e conoscenza del settore editoriale. Non basta scrivere un buon manoscritto, ma è fondamentale curarne ogni aspetto, dalla revisione alla scelta dell’editore giusto, passando dal modo in cui viene presentato.
Ho provato in questo articolo a fornirti suggerimenti preziosi per inviare agli editori una proposta editoriale professionale e ben strutturata. Se sei pronto a intraprendere questo percorso, ma temi di non riuscire a valorizzare il tuo progetto, contattami: sarò al tuo fianco guidandoti passo dopo passo e offrendoti il supporto che meriti.
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Foto di Broke Balentine