Come revisionare un testo in autonomia

Anna VendittoFebbraio 5, 2024
Tempo di lettura: 9 minuti
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Ho parlato a più riprese dell’importanza dell’editing. Il lavoro dell’editor è indispensabile per migliorare il testo e renderlo pubblicabile. Il primo editing, però, spetta sempre all’autore, sia che si tratti di uno scritto destinato all’editoria tradizionale che al self-publishing.

Se hai concluso la prima stesura del tuo romanzo, apri la tua cassetta degli attrezzi e mettiti all’opera.

Scrivere è riscrivere: perché è importante revisionare un testo

La revisione fa parte del processo di scrittura: scrivere è riscrivere. Questo passaggio fondamentale deve essere applicato a qualsiasi testo, non solo a un romanzo. Ad esempio, prima di pubblicare quest’articolo l’ho riletto decine di volte.

“The first draft of anything is shit” ha detto Ernest Hemingway. E come dargli torto.

Prova a prendere le distanze dal tuo testo e rileggilo dopo giorni (o settimane), la voglia di riscriverlo in buona parte sarà irrefrenabile. Ci saranno errori e note stonate.

Prima di far leggere la tua storia a un pubblico, devi renderla presentabile. E per farlo devi liberarla del superfluo.

Tutto ciò che abbiamo letto e visto in precedenza, tutto ciò che conosciamo, amiamo, viviamo costituisce una parte sostanziale della nostra cassetta degli attrezzi e finisce tra le pagine. Ma, siamo sicuri che tutto serva?

3 consigli preliminari di scrittura

Prima di passare in rassegna le fasi della revisione, voglio darti tre consigli utili da tenere a mente nella fase di scrittura che ti aiuteranno a evitare alcuni degli errori più frequenti soprattutto tra gli scrittori esordienti.

1. Immagina i tuoi lettori

Una delle prime domande che dovresti porti quando scrivi è: “A chi sto parlando?”.

Il fine ultimo della scrittura è arrivare ai lettori, cioè comunicare in modo chiaro. A meno che tu non stia scrivendo pagine di diario – in questo caso poco importa perché al massimo sarai sempre tu a rileggere quanto scritto.

In un racconto per bambini il linguaggio sarà semplice e alla portata dei più piccoli; così come un saggio specialistico conterrà termini tecnici che saranno comprensibili ai professionisti per cui il testo è pensato.

2. Se non serve, non dirlo

Le parole devono essere funzionali alla storia: non sono uno strumento per dimostrare di avere un lessico forbito. Scegli ogni parola con cura affinché evochi nella testa del lettore una specifica immagine e sia pertinente con il contesto narrativo e il tuo stile.

3. Lascia da parte l’ego

Leggere è per il lettore un viaggio attraverso il quale può fare le esperienze più disparate rimanendo nello stesso luogo. Non servono istruzioni per l’uso. La storia deve avere vita propria, l’autore deve lasciar parlare i personaggi attraverso le loro azioni evitando incursioni nel testo (Show, don’t tell). Cosa intendo per incursioni dell’autore? Quando quest’ultimo interviene per spiegare al lettore le intenzioni dei protagonisti, rivelare connessioni autobiografiche, esprimere i propri pensieri, commentare i fatti accaduti. Tutto ciò soffoca la narrazione.

Lascia al lettore lo spazio dell’immaginazione.

Revisione strutturale

Una revisione approfondita coinvolge struttura, forma e aspetto grafico. Non è obbligatorio seguire quest’ordine, ognuno può procedere come più preferisce. Sono solita, però, consigliarlo perché consente di ottimizzare tempi e risultati.

Supponiamo di correggere prima la forma di un testo (sintassi, ortografia, ecc.) e solo in seguito andare ad analizzare la struttura. Il rischio è quello di tagliare via intere parti di testo dopo aver speso del tempo a correggerlo. Immagina di essere un costruttore: inizieresti dalle fondamenta o dalla scelta degli arredi?

La revisione strutturale ti aiuterà a eliminare tutto ciò che non è funzionale alla storia. Ricorda che non conta il numero di pagine, ma il contenuto.

Ecco gli elementi chiave della revisione strutturale:

  • Solidità narrativa. Assicurati che ogni evento sia legato all’altro in un rapporto di causa-effetto e che non ci siano buchi nella trama.
  • Caratterizzazione e coerenza dei personaggi. Controlla che i personaggi siano coerenti con se stessi – se all’inizio della storia il protagonista si presenta come un magistrato antimafia integerrimo, non ci saranno scene in cui fa accordi con la malavita – e che abbiano caratteristiche verosimili e uniche, come qualsiasi essere umano.
  • Chiusura degli archi narrativi. Ogni personaggio compie all’interno della storia un percorso di cambiamento: può superare il suo conflitto (evoluzione) oppure no (involuzione). Assicurati di non lasciare sospesi gli archi narrativi dei personaggi. Il lettore deve capire quale destino hai scelto per loro.
  • Ambientazione. Cura il contesto in cui è ambientata la storia e gli spazi fisici in cui si muovono i personaggi in ogni scena. Bastano poche parole mirate, non serve riportare la planimetria di ogni luogo in cui i personaggi mettono piede.
  • Sequenza e coerenza temporale. La gestione del tempo nella narrazione è uno degli aspetti più delicati. Controlla che il lasso di tempo in cui si svolgono i fatti o gli spostamenti dei personaggi sia verosimile.
  • Autore, tipologia di narratore e punto di vista. Non confondere l’autore con il narratore: il primo è colui o colei che compone il testo, il secondo è la voce che racconta la storia, le cui opinioni possono non coincidere con quelle dell’autore. Puoi optare per un narratore interno (che in genere racconta in prima persona) o esterno (terza persona). Anche il punto di vista adottato dal narratore (focalizzazione) può essere interno (coincide con uno dei personaggi) o esterno. Fatta una scelta, sii coerente. Il rischio è di tradire il patto narrativo implicito fatto con il lettore. Le contaminazioni sono possibili, ma richiedono grande maestria.
  • Dialoghi. Anche i dialoghi sono complessi da gestire e meriterebbero una trattazione approfondita. Controlla che siano funzionali alla trama, evita i convenevoli (ciao, come stai? Bene, tu?), la ripetizione compulsiva di verbi assertivi (lui disse, lei disse). Utilizza le didascalie per aggiungere sottotesto (pensieri, mimica) e non per ripetere quanto già detto nella battuta di dialogo.

Revisione formale

Durante la revisione strutturale, è possibile che si notino degli errori e li si corregga al volo. Ma, non basta. La revisione formale è ugualmente importante e merita una lettura approfondita ed esclusiva.

La revisione formale comprende tutte le correzioni riguardanti la grammatica, e dunque sintassi, ortografia e lessico.

Per chi non avesse ben chiaro il significato specifico e le differenze che intercorrono, facciamo un ripasso veloce ricorrendo al dizionario.

definizione treccani grammatica
definizione treccani sintassi 1
definizione treccani ortografia

Pertanto, occhio a:

  • refusi (errori di battitura)
  • struttura, lunghezza e logicità delle frasi (sintassi)
  • coerenza del registro linguistico (lessico)
  • apostrofi, accenti, grafie errate, punteggiatura, d eufoniche (ortografia)

Tempo fa ho scritto un articolo su LinkedIn – Errori ortografici più comuni: come evitarli – sempre attuale, che puoi utilizzare come mini-guida per la correzione degli errori ortografici più frequenti.

Revisione grafica

Anche l’occhio vuole la sua parte. Un testo pasticciato e disordinato è poco leggibile. La revisione grafica è altrettanto rilevante.

Cura la formattazione, impostando interlinea, margini e giustificando il testo; evita font frivoli, scegline uno leggibile (Arial, Times New Roman e Garamond sono delle valide opzioni); elimina i doppi spazi.

A proposito di spazi, questi ultimi hanno un valore all’interno del testo, trasmettono una pausa.

Come in uno spartito, alternandosi con le parole, danno il ritmo. Pertanto, inserisci gli a capo con criterio, così come gli spazi tra scene e/o capitoli.

Ultimo accorgimento: coerenza grafica. Cosa significa? Fatte delle scelte, portele avanti per tutto il testo.

Vediamo come:

  • Verifica di aver utilizzato la stessa punteggiatura nei dialoghi. Se hai preferito le lineette (attenzione: no i trattini!) alle virgolette caporali, utilizzale dall’inizio alla fine.
  • Controlla che il formato scelto per i numeri sia lo stesso sia che si tratti di orari che di date o misure.
  • Uniforma l’intestazione dei capitoli: se li hai numerati continua così, in alternativa puoi dare un titolo ad ognuno.
  • Scegli una sola modalità per segnalare al lettore i pensieri dei personaggi (il corsivo è quello più comune).

5 trucchi efficaci per correggere un testo in autonomia

Conoscere gli elementi chiave di ogni fase della revisione è essenziale, ma lo è ancor di più sapere in che modo svolgerla.

Sebbene abbia parlato fin qui di revisione di un romanzo, i suggerimenti che seguono possono essere applicati a qualsiasi tipologia di testo.

1. Prendi le distanze dal testo. Con la revisione a caldo si rischia molto spesso l’ipercorrezione: mossi dall’ansia di ottenere un testo perfetto finiamo per peggiorarlo. Datti tempo, non avere fretta. Prendi le distanze emotive dal testo. Lascialo decantare. Un po’ come si farebbe con un buon vino.

2. Leggi lentamente e ad alta voce. Ascoltare la tua voce ti aiuta a capire se ci sono frasi che non suonano bene e che possono essere migliorate, così come ti aiuta a notare con più facilità le ripetizioni presenti.

3. Affronta un obiettivo alla volta. Tutte le fasi della revisione strutturale – e formale – devono essere affrontate una alla volta. A poco serve leggere una sola volta il testo e sperare di beccare “tutti i piccioni con una fava”. Se stai facendo un’analisi dei personaggi e dei loro archi narrativi focalizzati esclusivamente su di essi: ogni questione merita un’attenzione scrupolosa.

4. Trova e sostituisci. Tutti facciamo errori più o meno consapevoli, siamo soliti utilizzare intercalari sia nella lingua parlata che scritta. C’è chi ripete sempre lo stesso avverbio modale (in -mente), chi conosce la grafia esatta di una parola ma proprio non gli entra in testa (acchitto invece di acchito, ad esempio), chi dimentica gli apostrofi. Se conosci i tuoi strafalcioni, utilizza la funzione di Word “Trova e sostituisci” per eliminarli.

5. Stampa su carta. Per una revisione davvero efficace, l’ultima lettura deve sempre essere fatta su carta. Stampa il tuo testo, rileggilo con attenzione parola per parola, rigo per rigo possibilmente isolando il testo restante con un foglio bianco.

La revisione autonoma non sostituisce il lavoro di un professionista, ma è un passaggio indispensabile sia che tu voglia rivolgerti direttamente a una casa editrice sia che tu preferisca affidarti a un editor.

Strumenti utili per approfondire:

Luca Serianni, Grammatica italiana: Italiano comune e lingua letteraria, Utet Università, 2005

Roberto Lesina, Il nuovo manuale di stile – edizione 2.0, Zanichelli, 2016

Bice Mortara Garavelli, Prontuario di punteggiatura, Laterza, 2003

Leggi anche:

Quanto costa fare editing? Facciamo chiarezza

Editor: come scegliere quello giusto

Editing e correzione di bozze: quali sono le differenze


Foto di Tima Miroshnichenko

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Sono un editor, correttore di bozze e content writer freelance. Leggo, scrivo, revisiono, scelgo le parole con cura.
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