Ho parlato a più riprese dell’importanza dell’editing. Il lavoro dell’editor è indispensabile per migliorare il testo e renderlo pubblicabile. Il primo editing, però, spetta sempre all’autore, sia che si tratti di uno scritto destinato all’editoria tradizionale che al self-publishing.
Se hai concluso la prima stesura del tuo romanzo, apri la tua cassetta degli attrezzi e mettiti all’opera.
La revisione fa parte del processo di scrittura: scrivere è riscrivere. Questo passaggio fondamentale deve essere applicato a qualsiasi testo, non solo a un romanzo. Ad esempio, prima di pubblicare quest’articolo l’ho riletto decine di volte.
“The first draft of anything is shit” ha detto Ernest Hemingway. E come dargli torto.
Prova a prendere le distanze dal tuo testo e rileggilo dopo giorni (o settimane), la voglia di riscriverlo in buona parte sarà irrefrenabile. Ci saranno errori e note stonate.
Prima di far leggere la tua storia a un pubblico, devi renderla presentabile. E per farlo devi liberarla del superfluo.
Tutto ciò che abbiamo letto e visto in precedenza, tutto ciò che conosciamo, amiamo, viviamo costituisce una parte sostanziale della nostra cassetta degli attrezzi e finisce tra le pagine. Ma, siamo sicuri che tutto serva?
Prima di passare in rassegna le fasi della revisione, voglio darti tre consigli utili da tenere a mente nella fase di scrittura che ti aiuteranno a evitare alcuni degli errori più frequenti soprattutto tra gli scrittori esordienti.
1. Immagina i tuoi lettori
Una delle prime domande che dovresti porti quando scrivi è: “A chi sto parlando?”.
Il fine ultimo della scrittura è arrivare ai lettori, cioè comunicare in modo chiaro. A meno che tu non stia scrivendo pagine di diario – in questo caso poco importa perché al massimo sarai sempre tu a rileggere quanto scritto.
In un racconto per bambini il linguaggio sarà semplice e alla portata dei più piccoli; così come un saggio specialistico conterrà termini tecnici che saranno comprensibili ai professionisti per cui il testo è pensato.
2. Se non serve, non dirlo
Le parole devono essere funzionali alla storia: non sono uno strumento per dimostrare di avere un lessico forbito. Scegli ogni parola con cura affinché evochi nella testa del lettore una specifica immagine e sia pertinente con il contesto narrativo e il tuo stile.
3. Lascia da parte l’ego
Leggere è per il lettore un viaggio attraverso il quale può fare le esperienze più disparate rimanendo nello stesso luogo. Non servono istruzioni per l’uso. La storia deve avere vita propria, l’autore deve lasciar parlare i personaggi attraverso le loro azioni evitando incursioni nel testo (Show, don’t tell). Cosa intendo per incursioni dell’autore? Quando quest’ultimo interviene per spiegare al lettore le intenzioni dei protagonisti, rivelare connessioni autobiografiche, esprimere i propri pensieri, commentare i fatti accaduti. Tutto ciò soffoca la narrazione.
Lascia al lettore lo spazio dell’immaginazione.
Una revisione approfondita coinvolge struttura, forma e aspetto grafico. Non è obbligatorio seguire quest’ordine, ognuno può procedere come più preferisce. Sono solita, però, consigliarlo perché consente di ottimizzare tempi e risultati.
Supponiamo di correggere prima la forma di un testo (sintassi, ortografia, ecc.) e solo in seguito andare ad analizzare la struttura. Il rischio è quello di tagliare via intere parti di testo dopo aver speso del tempo a correggerlo. Immagina di essere un costruttore: inizieresti dalle fondamenta o dalla scelta degli arredi?
La revisione strutturale ti aiuterà a eliminare tutto ciò che non è funzionale alla storia. Ricorda che non conta il numero di pagine, ma il contenuto.
Ecco gli elementi chiave della revisione strutturale:
Durante la revisione strutturale, è possibile che si notino degli errori e li si corregga al volo. Ma, non basta. La revisione formale è ugualmente importante e merita una lettura approfondita ed esclusiva.
La revisione formale comprende tutte le correzioni riguardanti la grammatica, e dunque sintassi, ortografia e lessico.
Per chi non avesse ben chiaro il significato specifico e le differenze che intercorrono, facciamo un ripasso veloce ricorrendo al dizionario.
Pertanto, occhio a:
Tempo fa ho scritto un articolo su LinkedIn – Errori ortografici più comuni: come evitarli – sempre attuale, che puoi utilizzare come mini-guida per la correzione degli errori ortografici più frequenti.
Anche l’occhio vuole la sua parte. Un testo pasticciato e disordinato è poco leggibile. La revisione grafica è altrettanto rilevante.
Cura la formattazione, impostando interlinea, margini e giustificando il testo; evita font frivoli, scegline uno leggibile (Arial, Times New Roman e Garamond sono delle valide opzioni); elimina i doppi spazi.
A proposito di spazi, questi ultimi hanno un valore all’interno del testo, trasmettono una pausa.
Come in uno spartito, alternandosi con le parole, danno il ritmo. Pertanto, inserisci gli a capo con criterio, così come gli spazi tra scene e/o capitoli.
Ultimo accorgimento: coerenza grafica. Cosa significa? Fatte delle scelte, portele avanti per tutto il testo.
Vediamo come:
Conoscere gli elementi chiave di ogni fase della revisione è essenziale, ma lo è ancor di più sapere in che modo svolgerla.
Sebbene abbia parlato fin qui di revisione di un romanzo, i suggerimenti che seguono possono essere applicati a qualsiasi tipologia di testo.
1. Prendi le distanze dal testo. Con la revisione a caldo si rischia molto spesso l’ipercorrezione: mossi dall’ansia di ottenere un testo perfetto finiamo per peggiorarlo. Datti tempo, non avere fretta. Prendi le distanze emotive dal testo. Lascialo decantare. Un po’ come si farebbe con un buon vino.
2. Leggi lentamente e ad alta voce. Ascoltare la tua voce ti aiuta a capire se ci sono frasi che non suonano bene e che possono essere migliorate, così come ti aiuta a notare con più facilità le ripetizioni presenti.
3. Affronta un obiettivo alla volta. Tutte le fasi della revisione strutturale – e formale – devono essere affrontate una alla volta. A poco serve leggere una sola volta il testo e sperare di beccare “tutti i piccioni con una fava”. Se stai facendo un’analisi dei personaggi e dei loro archi narrativi focalizzati esclusivamente su di essi: ogni questione merita un’attenzione scrupolosa.
4. Trova e sostituisci. Tutti facciamo errori più o meno consapevoli, siamo soliti utilizzare intercalari sia nella lingua parlata che scritta. C’è chi ripete sempre lo stesso avverbio modale (in -mente), chi conosce la grafia esatta di una parola ma proprio non gli entra in testa (acchitto invece di acchito, ad esempio), chi dimentica gli apostrofi. Se conosci i tuoi strafalcioni, utilizza la funzione di Word “Trova e sostituisci” per eliminarli.
5. Stampa su carta. Per una revisione davvero efficace, l’ultima lettura deve sempre essere fatta su carta. Stampa il tuo testo, rileggilo con attenzione parola per parola, rigo per rigo possibilmente isolando il testo restante con un foglio bianco.
La revisione autonoma non sostituisce il lavoro di un professionista, ma è un passaggio indispensabile sia che tu voglia rivolgerti direttamente a una casa editrice sia che tu preferisca affidarti a un editor.
Strumenti utili per approfondire:
Luca Serianni, Grammatica italiana: Italiano comune e lingua letteraria, Utet Università, 2005
Roberto Lesina, Il nuovo manuale di stile – edizione 2.0, Zanichelli, 2016
Bice Mortara Garavelli, Prontuario di punteggiatura, Laterza, 2003
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Foto di Tima Miroshnichenko